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La saggia lezione del presidente sulla spesa pubblica

12/01/2011- Panorama Economy - Controvento

Gli Stati sociali della vecchia Europa hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi e i sistemi politici nazionali sono chiamati a riforme importanti. L’Italia, invece dì guardare alle elezioni, deve pensare a un «metodo Marchionne».

Col suo discorso di fine anno, il presidente Giorgio Napolitano ha fatto davvero un regalo a tutti gli italiani. E infatti le reazioni sono state ben diverse da quelle ai discorsi degli anni passati. Non solo perché con Scalfaro e Ciampi il Paese aveva presidenti che non si erano dimostrati capaci di rappresentare tanto compiutamente il Paese nel suo complesso, senza smagliature dì parte, come invece Napolitano - con spirito istituzionale ma anche con tutta l’intelligenza di un uomo che per cinquant’anni è stato un protagonista non di secondo piano della nostra vita politica - sta facendo. Ma soprattutto perché Napolitano ha chiuso simbolicamente una fase brutta della nostra vita pubblica, quella della seconda metà 2010, caratterizzata da congiure di palazzo variamente architettate e fallite. È stata una fase dominata dall’esplosione di sentimenti prepolitici, anche all’interno del centrodestra: mentre il centrosinistra si è ridotto a una appendice del partito-Repubblica.
Napolitano ha parlato di giovani, di debito pubblico, di riforme da farsi: ha dato un orizzonte di futuro. Prima col metodo che nel merito. In un Paese in cui il dibattito pubblico ruota ormai sempre e comunque attorno a gossip, piuttosto che a cose, il presidente ha affermato la necessità di procedere con rapidità e onestà intellettuale ad affrontare i problemi del Paese. alla fine lo stesso atteggiamento palesato da Silvio Berlusconi, che resiste con determinazione alla deriva elettorale non perché abbia paura dell’esito delle urne (la sola devastazione della coalizione dei suoi avversari basterebbe a garantire la vittoria, anche se il governo Berlusconi fosse stato molto meno efficace di quanto invece è stato) - ma perché sa che il Paese ha bisogno di governabilità, di autorevolezza, di riforme. Non di scossoni.
Il 2011 sarà un anno difficile, ed è riconosciuto da più parti. La tempesta sui debiti pubblici non si è placata. Le soluzioni trovate in sede di Unione europea sono rimedi buoni ma temporanei, e la gioia che ci dà l’entrata dell’Estonia nell’euro, con l’allargamento della moneta unica alle ex Repubbliche sovietiche con tutto quel che di simbolico implica, purtroppo non corrisponde a ‘un felice stato di salute della valuta europea. E un momento grave, nel quale vi sarà il bisogno di scelte fredde, consapevoli e dure. Gli Stati sociali della vecchia Europa hanno vissuto, tutti, al di sopra dei propri mezzi. Ma in altri Paesi, dalla Grecia all’Irlanda, dal Portogallo alla Spagna, un sistema politico meglio funzionante ha dato la possibilità di mettere in campo, in pochi mesi, un percorso dì riforme importanti.
Pensiamo, su tutti, alla coalizione in Gran Bretagna guidata da David Cameron, che ha saputo mettere a dieta lo Stato andando a colpire la spesa corrente. Da noi, troppi anni di inerzia nella gestione della cosa pubblica ne hanno reso rigida ogni giuntura. Dovremo applicare il «metodo Marchionne» allo Stato. Berlusconi lo sa, e per questo preferisce un allargamento della maggioranza all’avventura concitata di elezioni anzitempo. Occorre far tacere con le opere i profeti di sventura, secondo i quali l’Italia sarebbe un disastro e l’unica cosa a funzionare sarebbe il loro cervello menagramo…
Napolitano ci sprona ad andare in quella direzione. Non si può vivere con un debito così mastodontico, ci ha detto, e ha ragione. Va ridotta la spesa pubblica, e vanno aperte alla concorrenza tutte quelle aree della nostra economia che ancora non La conoscono. Solo così si possono garantire più opportunità ai giovani. Intendiamoci: tutti i giovani, non solo i giovani o finti tali che partono lancia in resta contro ogni tentativo di rendere le nostre università un po’ meno inefficienti, un po’ meno feudali, e un po’ meno vecchie.